Patrizio Arabito classe ’74 nasce artisticamente restauratore d’opere d’arte.
Diplomato all’Accademia di belle arti e restauro di Catania, successivamente consegue il diploma accademico di secondo livello ad indirizzo didattico in educazione artistica; attualmente è docente di educazione artistica.
Già da queste sintetiche ma corpose note biografiche Arabito annuncia il suo personale percorso di studio avendo idee molto chiare: Fare arte, occuparsi di Arte, e destino di pochi, vivere d’arte.
Ora, un artista che si forma accademicamente è per definizione figlio di una moltitudine di insegnamenti, di mentori, che hanno segnato la storia dell’arte.Patrizio li ha conosciuti, li ha studiati, grazie alla sua formazione accademica.
Come se li avesse personalmente vissuti, osservati e intervistati nel loro studio. Pigliato lezioni. Non si spiegherebbe altrimenti una certa devozione traslata all’espressionismo o al postimpressionismo, evidente nella gestualità nell’uso del colore.Arabito attua un ribaltamento della visione pittorica del prussiano Lovis Corinth, dove il tratto pittorico quasi imbrattante del colore deforma le linee dilatando confusamente la pennellata che risulta sfrangiata e volutamente “degenerata”.
Per converso Patrizio Arabito mette sul fondo un figurativo di maniera e lo “imbratta” per dissacrarlo con pennellate che pare abbiano il solo intento di profanare la purezza della linea classica, senza però oscurarla.
Le pennellate dei suoi ritratti non a caso sono distanziate, il vuoto permette un effetto puzzle diradato di frammenti strappati.
L’artista catanese forse vuole permettere a un ipotetico voyeur di osservare meglio e in dettaglio attraverso il vuoto degli squarci di bianco; sotto certi aspetti una prospettiva concettuale di gran lunga più degenerata dello stesso Corinth.
Flora Tumminello
Patrizio Arabito
artista contemporaneo